Voglio raccontarvi un po’ riguardo alle esperienze che sto vivendo qui in carcere. Oltre a cercare di completare i miei studi ogni sabato ho la “fortuna” di entrare nel carcere circondariale dove,insieme a due miei compagni, passo tutto il pomeriggio con alcuni detenuti anche se preferisco chiamarli semplicemente ragazzi. Molti sono stranieri, ci sono rumeni, albanesi polacchi, nord africani, nigeriani e liberiani e naturalmente italiani. Quando ci passi un po’ di tempo e scambi quattro chiacchiere, quando li guardi da vicino e ascolti i loro problemi ti accorgi di quanto è facile in certe situazioni commettere reati e finire in prigione. Molti ragazzi non arrivano ai 24 anni e si trovano li per reati come spaccio, scippo o rapina. La maggior parte di quei ragazzi non sono dei veri delinquenti, sono solo delle persone disperate che trovano nella malavita l’unica possibilità di sopravvivenza. Sono persone che sbagliano come molti di noi hanno sbagliato ed è giusto che paghino per il reato commesso. Non si vende la morte ad altri per campare. C’e una legge e va rispettata, solo che la stessa legge che li ha condotti in carcere sembra essersi fermata all’ingresso, sulla porta. Dentro infatti non esiste alcuna legge! Tutti i diritti di questi ragazzi sono annullati. Cominciamo a dire che il carcere circondariale è stato pensato per contenere 90 persone mentre attualmente ne contiene ben 270 e questo dato di per se può già rendervi l’idea di che inferno possa essere. Celle che prima dovevano contenere tre persone ora ne contengono nove. Non c’è privacy… non dico che debbano avere una stanza con cucina, doppi servizi e veranda sul giardino botanico della città, ma almeno la porta del bagno! Vi immaginate cosa voglia dire andare in bagno con otto persone che vi guardano?! Questo e rapportato su tutti i forti, docce, mensa ora d’aria e così via. Anche il numero delle guardie carcerarie e insufficiente. Questo comporta un loro sovraccarico di lavoro ed un conseguente amento dello stress che va poi a compromettere il rapporto e la convivenza con i ragazzi detenuti. Moltissimi, infatti, sono i casi d’intolleranza, di violenza e abusi di potere nei confronti dei detenuti che naturalmente non posso reagire per non aggravare la loro già traballante posizione nei confronti della legge. Molti vengono anche privati di alcuni diritti, come chiamare casa essere ascoltati da medici o psicologi, essere soddisfatti in qualche loro necessità. Il carcere non recupera nessuno, anzi, crea solo nuovi oppressi, pronti a sfogare la loro rabbia una volta usciti, e non solo fuori, anche tra le mura della prigione tra detenuti c’è violenza perché si sa che quando non ci sono regole vige la legge del più forte. La violenza provoca solo violenza. Il carcere è una struttura che non ha finalità educative e non pone come fine ultimo il recupero e il reinserimento degli uomini e donne nella società. Non serve a niente se non ha creare nuove violenze ed ingiustizie. Per questo motivo sostengo che la legge si è fermata sulla porta E’ terra di nessuno .Il carcere è un non luogo! Sono convinto che molti di loro potrebbero essere recuperati se solo avessero la possibilità di un futuro migliore, di un’altra chance. Una sera, mentre stavo sdraiato sul letto della mia camera, pensavo a quanto è facile finire in carcere, soprattutto se sei un poveretto, un immigrato, uno che “non conta”, mentre ci sono persone che “contano” ,che rubano milioni di euro ingannando la gente mandandola anche in rovina,che girano a piede libero. Com’è possibile che per scopo di lucro, chi si inventa una guerra dove muoiono migliaia e migliaia di innocenti non paghino per il male che hanno fatto e continuano a fare! Insieme a molti uomini la vera vittima è la giustizia, il concetto di libertà di uguaglianza. Intanto le carceri continuano ad essere sovraffollate e ad essere giudicati e a pagare sono sempre gli stessi.
“ERO IN CARCERE E NON MI AVETE VISITATO”. (Gesù di Nazareth)