Oggi in tutto il continente africano si festeggia l’African Liberation Day (ADL). Anche qui in Zambia gli uffici e le scuole sono chiusi e nell’aria del compound di Bauleni c’è profumo di festa. Il clima è quello dello della domenica, con tanta musica e con il vocio della gente che si fa sentire di più forte. Ma cosa si celebra oggi? Credo che ci sia molta confusione sul significato di questa giornata, partendo dai nomi che le vengono dati: African Freedom Day, African Day e in fine African Liberation Day. Di cosa parliamo, e perché gli uffici sono chiusi? Facendo un giro rapito in internet, leggendo le principali testate dei quotidiani africani, Zambia compreso, la notizia di questo giorno di festa non viene nemmeno riportata e se appare non ha molta enfasi. Paradossalmente questa giornata viene celebrata molto di più fuori dal continente. Ho visto eventi e iniziative sparse per l’Italia, l’Inghilterra e Stati Uniti. Nella latitudine in cui mi trovo c’è “ferie” ma poca memoria. Questa però è una mia sensazione personale. Ma cosa si festeggia in realtà oggi? Il 15 aprile 1958, in Ghana, più precisamente nella città di Accra, Kwame Nkrumah, (primo presidente del Ghana indipendente) riunì per la prima volta i leaders africani e attivisti politici, dando il via alla prima Conferenza degli Stati Africani Indipendenti. In quell’occasione, parteciparono i rappresentanti di otto governi, quali Egitto, Marocco, Libia, Tunisia, Etiopia, Ghana, Liberia, Sudan, più l’unione dei popoli del Camerun e i rappresentanti del Fronte di Liberazione Nazionale di Algeria. Fu un momento importante e significativo in quanto marcò nella storia la prima conferenza pan-africana tenutasi su terra africano. Proprio in questa conferenza i rappresentanti presenti decisero di adottare il 15 Aprile come data da ricordare istituendo così l’African Freedom Day, ”un giorno per celebrare ogni anno il progresso del movimento di liberazione, e per simboleggiare la determinazione del popolo dell’Africa a liberarsi dalla dominazione straniera e dello sfruttamento”. Cinque anni più tardi, dopo la Prima Conferenza degli Stati Indipendenti Africani tenutasi ad Addis Abeba, in Etiopia, ci fu un altro storico incontro. Questa volta è il 25 maggio del 1963, giorno in cui i leaders di 32 Stati indipendenti africani si riunirono per dar vita all’ Organizzazione per l’Unità Africana (OUA). In quel momento storico, più di due terzi del continente aveva conquistato l’indipendenza dai paesi colonizzatori. In questa nuova riunione, l’African Freedom Day venne spostata dal 15 Aprile al 25 Maggio, dichiarando ufficialmente questa data come Giorno della Liberazione dell’Africa, ovvero African Liberation Day (ALD). La storia è segnata da eventi, da personaggi che con la loro determinazione, passione e convinzioni, nel bene o nel male, marcano in modo indelebile gli avvenimenti, e fan si che le cose accadano in un certo modo e non in un altro. Oggi si ricorda la volontà di un insieme di popoli diversi che abitano l’Africa, di liberarsi da logiche opprimenti, da limitazioni al diritto all’autodeterminazione, da sfruttamento umano e di appropriazione illecita e violenta di risorse che invece appartengono a questo continente. Però, adesso mi guardo attorno, e vedo vite difficili, vedo gente in festa costretta a vivere ben al di sotto di uno standard dignitoso. Vedo persone come mister Mosa, vivere senza la calotta cranica, da due anni in attesa dell’intervento. Vedo Misonzi, deturpata dall’Aids, costretta a prostituirsi per mangiare e anestetizzare il dolore con l’alcol. Vedo giovani fumarsi il crack, l’eroina e altra merda perché non ci sono alternative e possibilità di incanalare la loro energia e creatività in strade costruttive e migliori. Vedo Chola, vivere come un topo in una tana sporca e senza luce, rimosso della sua bellezza e dignità, privo di ciò che rende una vita degna di questo nome. Vedo che la lotta non è finita, che c’è bisogno di questo giorno per ricordarci che il testimone è stato passato a noi, e da noi ad altre generazioni per far si che il processo di liberazione continui, quello iniziato da chi con passione, ha messo a disposizione la vita per liberarsi e liberare un popolo da distorsioni che lo volevano e lo vogliono tuttora sottomesso. Vedo che la storia chiede la nostra impronta, simbolo di un nostro passaggio sulla strada della liberazione. Vedo che la memoria di oggi ci ricorda che anche domani e dopodomani devono essere African Liberation Day, o meglio, giorni di liberazione.