Mampi Mirriam Mukape, conosciuta solo come Mampi, è un’artista di Lusaka, conosciutissima e molto seguita dal pubblico femminile. La sua musica va dal reggae, allo Zambeat al Kwaito. Il suo debutto nella scena musicale zambiana fu nel 2005 con l’album Malozi. Divenne subito popolarissima e le sue canzoni suonate ovunque. Le sue performance sono accompagnati dal ballo con forte componente erotica, che per via dei clip vengono ripetuti da ragazze e bambine anche agli angoli della strada. Un personaggio trasgressivo a cui piace far parlare di se, che comunque ha un forte appeal su un pubblico trasversale, uomini, donne e bambini…. Forse non anziani.
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JK
Jordan Katembula, in arte JK è un artista nato nel 1978 ormai affermato e riconosciuto non solo in Zambia, ma in tutto il continente Africano. JK infatti è parte del gruppo di artisti Pan-Africani ONE8 ovvero gli 8 artisti africani più rappresentativi della vitalità della musica africana del momento. Questo progetto è stato voluto da R. Kelly che ha come missione la diffusione della musica africana nel mondo. Le sue doti particolari di cantante R&B e Hip-Hop e il suo stile inconfondibile portato la sua musica ad essere chiamata ZAMBEAT, un R&B in puro Zambian Style. Ha ricevuto premi continentali molto importanti facendo volare la sua voce con concerti a Johannesburg, Londra, Chicago, New York, Atlanta. Jk è quindi un artista amatissimo, considerato l’orgoglio zambiano nel panorama musicale mondiale.
MAIKO ZULU
Maiko Zulu è l’artista reggae più conosciuto e ammirato nel panorama musicale zambiano. Dopo anni di musica suonata con passione vera in giro per lo Zambia, nel 2001 Maiko, fu il primo artista zambiano nominato per il più grande premio a livello continentale africano, il Kora All African Music Awards. Dopo questo evento Maiko ha collezionato una serie di premi anche a livello nazionale. Il “reggae impegnato” lo ha portato ad esibirsi in Sud Africa, in Burkina Faso, UK e in altri paesi europei. Il cantante rasta è infatti impegnato come attivista nella promozione dei diritti umani in Zambia, tanto che la International Labour Organaization (ILO) gli ha conferito una onorificenza come Ambasciatore Zambiano in difesa dei diritti dell’infanzia. Il suo impegno per la giustizia e il rispetto dei diritti, permeano la maggior parte delle sue canzoni, un artista impegnato socialmente per la promozione e lo sviluppo della sua nazione. Il cantautore dai lunghi dreadloks non manca di muovere critiche anche alla classe politica, dimostrando coraggio e coerenza in ciò in cui crede, esponendosi in prima persona. Attualmente Maiko è stato rieletto a gran voce, al sue secondo mandato consecutivo, come presidente dell’Associazione Musicisti dello Zambia. Non c’è che dire, Maiko è l’artista della gente, perché ne difende i diritti cantandone i problemi e le bellezze.
Il Compound di Bauleni
Storia e dati su Bauleni
Premessa
La storia della formazione di Bauleni, ma soprattutto i dati inerenti al compound sono purtroppo molto confusi e imprecisi per molti motivi. In primo luogo, non vi è mai stata una sistematica registrazione della popolazione, nessun piano urbanistico e censimenti precisi a riguardo. Si ricorda che questi slum sono nati come insediamenti non autorizzati, e quindi fuori dalla responsabilità e dall’interesse dell’amministrazione della città. Come secondo punto, vi è una strumentalizzazione di presunti dati da parte di terzi per trarne vantaggio, per esempio l’aumento di cifre inerenti la popolazione del compound stesso, il numero di persone particolarmente vulnerabili e altri dati sensibili ai fini di ottenere fondi.
Storia
Bauleni si trova nel versante orientale della città, lungo la Leopard Hill, sotto la Central Constituency del reparto 16 dell’area di Kabulonga. Questo insediamento ha origine nel 1945, dopo la seconda guerra mondiale. Si dice che il nome provenga dal vecchio proprietario della terra in cui oggi sorge il compound, un certo Mr. Boulen, un ex soldato tedesco in pensione o fuggito dopo la sconfitta dalla Germania nel conflitto mondiale. Il nome Bauleni viene da una distorsione di pronuncia del cognome del proprietario di quella farm, da parte della popolazione locale. Da Boulen quindi diventò Bauleni. Le prime persone ad insediarsi nel territorio di Mr Boulen come braccianti provenivano da zone diverse, quali: Malawi, Mkango, Kaweza, Shantumbu, Chilenje, Chifwema e altre zone periferiche. Per via dei disordini del 1964, dovuti lo alla lotta per l’indipendenza, molti proprietari terrieri bianchi lasciarono il paese e tra questi Mr Boulen, così il suo cuoco proveniente dal Malawi, con l’aiuto di altri braccianti, si incaricò del funzionamento dell’intera farm. Questa versione è confermata dal saper comune e dal centro culturale Fenza dei Missionari d’Africa presenti nei pressi del compound. Non si riscontrano altre versioni, ma anche questo è oggetto di ricerca per questioni di precisione e ricostruzione puntuale della storia del compound. Ceredo sia importante sapere da dove si viene, per questione di identità, di senso di appartenenza e creazione di una sorta di sentir comune, dal partire per pensare, progettare, costruire e sognare alto con un approccio legato alla partecipazione e coinvolgimento degli abitanti della comunità di Bauleni. Nel 1978, in occasione piogge straordinarie, alcune zone di Lusaka subirono forti allagamenti, in special modo nell’area di Kanyama, così gli abitanti di quella zona si trasferirono in Bauleni, rendendolo sempre più sovrappopolato. Nello stesso anno il compound venne riconosciuto come insediamento autorizzato, ma solo nel 1990 venne legalizzato e preso sotto il controllo del LCC, riportando l’attenzione su alcune priorità di intervento cominciato, censire la popolazione e la re-numerazione delle abitazioni. Dal 1999 il LCC ha cominciato ha raccogliere l’affitto per l’uso del suolo dai proprietari delle abitazioni, azione partita con una certa lentezza in termini di risultati sperati, problema questo che si risconta anche oggi. Dall’inizio della formazione del compound di Bauleni la popolazione cresce anno dopo anno in maniera preoccupante, trend che sembra aumentare anche all’inizio oggigiorno nel 2012.
Dati e composizione del Compound
Popolazione
Il conteggio della popolazione è un aspetto problematico per gli aspetti sopra citati, così abbiamo dati che vanno da numeri poco credibili e gonfiati di alcune agenzie, che stimano una cifra di 90.000 abitanti su 8000 abitazioni, questo vorrebbe dire una media di 11 abitanti per casa, cosa che non corrisponde a ciò che ho potuto osservare nei miei 2 anni di frequentazione del compound. Altre fonti, comunque non ufficiali, abbassano il numero a 30/35/40 mila. Una delle azioni prioritarie, a questo punto, è la quantificazione in modo più puntuale e neutro, del numero di persone che vivono nel compound, attraverso ricerche sul campo, attraverso l’aiuto dei giovani del compound (questo può diventare un progetto per i giovani dei bar), confrontandoli con i dati del LCC.
Scuole
Bauleni è divisa in 12 aree distinte ( da ricercare i nomi di queste aree), nelle quali sono presenti 2 scuole governative, ovvero Prince Takamado School e la Bauleni Basic School. All’interno del compound ci sono anche scuole private e comunitarie (community school), e una scuola per infermiere.
Acqua
L’accesso all’acqua potabile è garantita da 3 pozzi (borehole) costruiti da LWSC e JICA IRISH AID, da 3 cisterne in differenti zone e un numero non precisato di rubinetti sparsi nel compound (da ricercare).
Ospedali e cliniche
All’interno e nelle vicinanze del Compound non ci sono ospedali, bensì una clinica fondata dalla collaborazione dei governi dello Zambia e Danimarca, con un reparto maternità. Struttura questa, non sufficiente preparata a far fronte alla ingente quantità di persone affette da diverse malattie che si riversano ogni giorno per cure, terapie o per semplice consulenza. Vi è inoltre una clinica private di dimensioni notevolmente più contenuta e meno attrezzata, e un “traditional healer” o dottore locale che esercita legalmente nel compound.
Chiese
La varietà di chiese presenti nel compound, denota una forte spiritualità degli abitanti di Bauleni. Infatti si possono trovare 84 differenti denominazioni di chiese cristiane, censite grazie ad una ricerca del centro culturale Fenza. Non si riscontra la presenza di musulmani, induisti, ebrei ed altre religioni, fatta eccezione di un gruppo di rastafariani che però non sembrano essere organizzati né tantomeno avere una sede per raduni. La chiesa cattolica è presente con una parrocchia Mattias Mulumba, situata fuori dal compound. È stata fondata nel 1974, prima i cattolici si univano con la parrocchia di Kalingalinga. La parrocchia è divisa in 19 piccole comunità cristiane (Small Chritian Community – SCC), di cui 15 sono all’interno del compound.
Slum di Lusaka
SLUMS IN LUSAKA
Definizione di slums in Zambia
Il concetto di slums può solo essere usato per descrivere 2 tipi di Self-Help Urban Settlements a Lusaka.
- Early self-help housing ( primi alloggi costruiti autonomamente)
- Unauthorised housing ( alloggi non autorizzati)
I primi sono sorti dopo il 1948 in conseguenza all’emanazione di una legge (African Housing Ordinance) che permetteva ai lavoratori africani di vivere nei centri urbani con le rispettive famiglie. Questi insediamenti sorsero appunto in terre assegnate specificatamente per la costruzione di abitazioni di operai africani a basso reddito, allocati alla periferia del centro urbano. Questa legge, invece di migliorare la condizione di carenza di case, peggiorò la situazione in quanto relegava la responsabilità ai datori di lavoro di trovare alloggi ai propri dipendenti, sgravando da questo impiccio ed eventuali investimenti sia il LCC che il Governo. Quando nel primo dopoguerra il prezzo del rame salì, si ridussero le possibilità di alloggi per i lavoratori africani a basso reddito nelle città. Come risposta, il governo emanò questa ordinanza che prevedeva la costruzione di self-help African housing nelle periferie della città, senza stabilirne però i requisiti standard di costruzione. Questo fu l’errore decisivo, che portò i lavoratori africani, che versavano in situazione di povertà, ad optare per queste aree dove non erano stati stabiliti gli standard qualitativi di materiali per la costruzione di abitazioni previsti nei centri urbani dalla Town & Planning Act importati dal Regno Unito. Fu dato loro il permesso di costruire case e scavare pit latrines in questi appezzamenti periferici, utilizzando materiali molto economici non convenzionali. Queste aree godevano però del servizio di acqua potabile in stazioni di comune accesso e utilizzo. Matero e Chilenje sono l’esempio di quelle township costruite appunto dal Lusaka Municipal Council per rispondere alla crescente popolazione di lavoratori africani avvenuta negli anni 50. Gli insediamenti non autorizzati (unauthorised settlements) invece sorsero nei pressi delle farms e zone agricole di proprietà privata, situate nei bordi confinanti la città, specialmente a nord, sud e a ovest. Solamente John Howard, insediamento non autorizzato, è sorto in una zona non agricola dedita ad altri scopi, occupata da lavoratori africani a basso reddito impiegati nell’edilizia. Un report del 1957 sostiene che il numero delle persone residenti in alloggi non autorizzati a Lusaka sarebbe stato di 33.500 ovvero il 44% della popolazione della città. Lusaka inoltre ha stabilito altre 2 aree per le self help urban housing nella parte ovest della periferia della città, ovvero, Chibolya e Kanyama, zone altamente inadeguate, infatti altri insediamenti non autorizzati sorsero su terreni agricoli in tutte le direzioni della città, ad eccezione della parte orientale dove Kalingalinga risultava essere l’unico insediamento non autorizzato. Infatti, nelle periferie ad est gli insediamenti erano tutti autorizzati, questo per via della qualità delle terre considerate di prima scelta, generalmente collinose, con una buona falda acquifera. Altro elemento che spiega la scarsa presenza di insediamenti non autorizzati nella parte est, è la distanza consistente dalla zona industriale. Questo avrebbe scoraggiato i lavoratori africani a basso reddito ad insediarsi in tali aree periferiche. Inizialmente gli insediamenti non autorizzati erano abitati da ex lavoratori africani a basso reddito, a cui era scaduto il contratto di lavoro e non avevano diritto a nessuna abitazione nella zona urbana. Quando l’economia cominciò a crescere, anche la popolazione aumentò, di conseguenza i datori di lavoro trovarono difficile fornire abitazioni per i propri dipendenti. I lavoratori ai quali i datori di lavoro non fornirono la casa si spostarono in insediamenti non autorizzati. Sebbene questi insediamenti venissero chiamati “non autorizzati”, sorgevano quasi sempre grazie al consenso legale del proprietario terriero. Questa operazione, non molto corretta, veniva attuata da proprietari bianchi che offrivano ai lavoratori a basso reddito e ai disoccupati africani, un pezzo di terra dove costruire la casa in cambio di un affitto mensile. Questo business fruttò ai farmers bianchi 22 mila sterline l’anno per l’affitto di una terra completamente priva di servizi. Entrambi gli insediamenti, autorizzati e non, condividono lo stesso materiale non adeguato per la costruzione delle abitazioni, con la differenza sostanziale che negli insediamenti non autorizzati vi era la totale assenza di servizi municipali, quali acqua potabile, raccolta di rifiuti, scuole, cliniche, strade, elettricità, e sevizi di sicurezza. Di conseguenza la vita in questi ultimi risultava ben peggiore e molto più ampia era la fetta di popolazione che versava in situazione di povertà estrema. Gli abitanti non si cimentarono e non investirono nella miglioria delle proprie abitazioni, questo perchè non vi era la garanzia di possedere la terra e da un momento all’altro avrebbero potuto essere sfollati e quindi perder tutto. Infatti, gli insediamenti non autorizzati risultavano essere maggiormente sovraffollati e soggetti a maltrattamenti delle forze dell’ordine, in quanto ritenuti nascondigli di delinquenti e quindi trattati da residenti temporanei. Le case normalmente erano costruite da mattoni di fango, da cartone, lamiera e materiali plastici e a volte anche paglia per il tetto. Questo materiale rendeva gli insediamenti non autorizzati particolarmente vulnerabili e soggetti a incendi e a crolli improvvisi delle strutture dovuti a inondazioni e allagamenti. Anche la qualità dell’ambiente di vita degenerò progressivamente con la crescita della popolazione, e aggravata ulteriormente dalla mancanza di servizi per la raccolta dei rifiuti, di trasporti e altri servizi come la presenza di una rete fognaria e acqua potabile. I residenti stessi di questi insediamenti erano altamente vulnerabili in quanto soggetti a malattie respiratorie e intestinali. Questo ne comprometteva la produttività, provocando perdite dei posti di lavoro e riduzione di salario.
MEZZI DI SOSTENTAMENTO & WELFARE DEI RESIDENTI DEGLI “IMPROVED, AUTHORISED AND UNAUTHORISED URBAN SETTLEMENT OF LUSAKA”.
Lo Zambia è stato classificato uno dei paesi più indebitati e poveri paesi del mondo. Ci sono 2 approcci che hanno permesso di misurare questo dato:
- ABSOLUTE POVERTY APPROACH. Che è basato sulla linea di povertà, misurata sul costo di una pre determinata quantità di cibo selezionato, in grado di soddisfare la minima quantità di calorie per individuo nell’arco di un mese. Qualche anno fa era stimata in: K 37.862 o K47.188 (K=Kwacha, valuta locale), ovvero US$ 7- US$ 10 cioè 5,60€ – 7,14€ circa.
- PARTECIPATORY POVERTY ASSESSTMENTS APPROACH. In cui si ricerca la locale definizione e percezione di povertà. Si ricerca inoltre di stabilire la chiave sociale e i fattori legati alle infrastrutture associati allo stato di povertà o non povertà, anche come causa e manifestazione di povertà. Problemi legati all’ambiente di vita e alla sicurezza sono altre aree considerate da questo tipo di approccio.
PREVALENZA E GRAVOSITA’ DELLA POVERTA’ IN ZAMBIA
Il Linving Condiction Monitoring Survey e il Participatory Assesstments hanno rivelato che la povertà si sta diffondendo in Zambia. Nel 1998 è stato rilevato che la povertà era cresciuta dell’ 83% contro il 69% del 1996. La povertà urbana è cresciuta in modo drammatico, dal 4% del 1974 al 26% del 1991, al 46% del 1996 sino al 56% del 1998. Questa situazione è in continua crescita negativa. La maggior parte dei poveri, naturalmente è concentrata negli insediamenti self-help improved autorizzati e non autorizzati, anche se è giusto notare che i più poveri della città sono concentrati negli insediamenti non autorizzati. Le cause di questa condizione di povertà marcata sono da ricercare in una complessa rete di fattori, personali, sociali, ma di fondo è la mancanza di accesso ad uno stipendio regolare e costante a cronicizzare questo sistema.
MEZZI DI SOSTENTAMENTO DEGLI ABITANTI DEGLI SLUM DI LUSAKA
Gli abitanti degli slums di Lusaka sono non qualificati o con poche competenze lavorative spendibili al fine di impieghi ben retribuiti. Sono impegnati nel settore informale, come lavoro a cottimo e attività di vendita su piccola scala, come vendita di frutta e ortaggi, alimentari, ricariche del telefono etc. in città e nei mercati degli slums. Molti giovani donne e uomini, possono esser coinvolti in ambiti definiti, anti sociali per guadagnarsi da vivere. Questo include attività criminali quali furto, spaccio e prostituzione. I residenti degli slums di Lusaka non si guadagnano da vivere con una sola attività e generalmente queste seguono il corso delle stagioni. Le donne, per esempio, sin dagli anni ’80 sono state impiegate nelle cave delle pietre utilizzate nel settore delle costruzioni, attività che si è allargata anche alle fasce di popolazione più giovane e anche a persone proprietarie di camion. Poco a poco il loro interesse si è spostato nella vendita di sabbia e fabbricazione di mattoni di cemento in vendita soprattutto lungo le strade principali, come per esempio Leopard Hill etc. Come si può vedere, i mezzi di sussistenza degli abitanti degli slums sono molto dinamici e non permettono di emergere con una precisa classificazione ai fini di ricerche e statistiche. Per avere una fotografia più precisa e puntuale, è necessario osservare con diversi approcci il dinamismo della vita nello slum anche e soprattutto attraverso la frequentazione assidua del posto e la gente che lo abita.
POLITICHE VOLTE AL MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI A LUSAKA
I principali impedimenti per l’erogazione di servizi pubblici negli insediamenti urbani non autorizzati sono due.
- I cittadini degli insediamenti autorizzati guardavano agli insediamenti non autorizzati come un problema soltanto e non come aree bisognose di servizi e miglioramenti. Questo perché sono sempre stati considerati nascondigli per persone indesiderate (ghetti).
- Il loro posizionamento fuori dai confini della città, li lasciava sprovvisti di servizi e svincolava le istituzioni dalla loro responsabilità nel prendersi cura di queste aree. Infatti, le autorità municipali non si sentivano in dovere di estendere i servizi perché considerati tecnicamente fuori dalla loro giurisdizione. Inoltre, a confermare questa posizione vi era il mancato pagamento delle tasse nelle casse del LCC da parte dei cittadini degli insediamenti non autorizzati.
Con il dopo indipendenza, queste aree si affollarono ulteriormente e crebbero in dimensioni. La situazione peggiorò con la partenza di molti proprietari terrieri bianchi, che erano i titolari legali di quelle terre su cui erano sorti gli insediamenti non autorizzati. Questo ha voluto dire che i residenti si trovarono improvvisamente senza un affitto da pagare, e questa situazione attrasse ancor più persone immigrate in città per un lavoro meglio redditizio di quello che potevano avere nelle zone rurali. Il nuovo governo tentò di arginare questo crescente e critico fenomeno, costruendo nuove aree come Kamwala, Chilenje e Kabwata, ma gli insediamenti non autorizzati continuarono a sorgere incessantemente. Dal 1972-76 venne attuato il secondo piano di sviluppo il quale riconosceva gli insediamenti non autorizzati un patrimonio che necessitava delle sostanziali migliorie piuttosto di aree da demolire e smantellare, dichiarandole quindi aree soggette a miglioramenti o improvement areas, e diventando automaticamente legali. Il compito degli abitanti era quello di apportare migliorie alle rispettive abitazioni in modo da riscontrare un graduale miglioramento. Questo processo è stato chiamato: upgrading (passaggio di livello). Furono consentiti l’utilizzo di materiali non convenzionali per le migliorie, per via del livello di povertà della gente, di conseguenza la qualità delle abitazioni erano di gran lunga inferiori dei quelle del resto della città. I problemi sorsero subito, in quanto non basta mettere mano alle abitazioni per migliorare lo standard di vita degli abitanti, bensì sta nella presenza di servizi e infrastrutture a fare la differenza. Per fornire, acqua, scuole, strade, cliniche, elettricità e altri servizi, servivano molti fondi, e le prime aree migliorate della città di Lusaka furono Chawama e George Compounds, realizzare grazie all’intervento della Banca Mondiale che prestò US$ 20 milioni e una collaborazione con altre organizzazioni. Un progetto questo, che iniziò nel 1975 e si concluse nel 1982. Kalingalinga, è stata upgraded grazie al supporto del governo tedesco. Bauleni e Kamanga nella parte est e nord-est della città, passarono di livello (upgrate) negli anni ’90 grazie al supporto della Human Settlements of Zambia, un’organizzazione non governativa (ONG) locale in collaborazione con World Food Programme (WFP), numerose ONG internazionali e la Irish Aid Agency. Il processo di upgrading di Bauleni fu davvero innovativo, perché la ONG locale Human Settlements of Zambia ha collaborato con il Community Partecipation Training Programme della United Nations Centre for Human Settlements (UNCHS). Il focus di queste agenzie nel dare potere (empowering) gli abitanti degli insediamenti non autorizzati come Bauleni, così hanno lavorato attraverso training in tecniche di mobilitazione della comunità e appoggio per il miglioramento ambientale e delle condizioni di vita. Come risultato, la gente di Bauleni costituì un Community Based Organisation (CBO), gestito dal Residents Development Commetee (RDC), con l’intento di promuovere il miglioramento ambientale del loro insediamento non autorizzato, il quale era stato segnalato per l’upgrading dal LCC. Grazie a questo impianto (CBO e RDC) si è potuti raggiungere l’upgrading, in quanto, i membri del’RDC sono stati capaci di coinvolgere i residenti di Bauleni rendendoli protagonisti di questo processo. Questo sogno di partecipazione finì però nel 1992, quando l’intero paese fi colpito da una forte crisi dovuta al fallimento del raccolto. Questo spostò l’interesse della WFP coinvolta nel processo di upgrading di Bauleni, alla distribuzione di cibo ai più povere per via di questa emergenza che gravava sulla Nazione. Questo spostamento uccise letteralmente l’interesse e di conseguenza, il coinvolgimento dei residenti di Bauleni nel miglioramento delle infrastrutture della comunità del compound. Quando nel 1996, l’emergenza finì i residenti di Bauleni non erano più disposti a coinvolgersi a base volontaria, in questo progetto di miglioramento della comunità. Il LCC non è mai stato proattivo nel promuovere attività di miglioramento delle aree sensibili della città, per via delle sue scarse finanze ma anche per una negativa atteggiamento nel confronti dei processi di upgrading, per molte ragioni, una su tutte, il mancato pagamento di tributi da parte dei residenti delle aree di miglioramento. Il fallimento di riscossione delle tasse è dovuto a 2 principali fattori:
- Queste aree non sono state fatte adeguate ricerche e le proprietà non possono essere ben identificate.
- Le autorità della città non hanno un registro aggiornato dei titolari di proprietà.
Bisogna precisare però, che non tutti i residenti di queste improvement areas sono poveri, perché dopo l’upgrading, questi insediamenti attrassero molti cittadini con un reddito medio, che non avrebbero potuto comprare alloggi all’interno del confini urbani. I residenti che non hanno potuto sostenere i costi di migliorie della propria abitazione in queste aree, si sono spostati negli insediamenti non autorizzati in quanto non erano soggetti alle misure richieste per l’upgrading. Anche il miglioramento nella fornitura di acqua potabile non ha seguito una linea uniforme in termini di risultati, in quanto in certe aree vicine alla città la situazione migliorò, in altre più periferiche migliorò solo apparentemente, o sulla carta. Infatti gli abitanti di questi ultimi continuarono a utilizzare pozzi poco profondi e soggetti a contaminazioni per via di 2 principali fattori:
- Acqua corrente, specialmente nella stagione delle piogge
- Dalle eccessive vicinanze pit latrine (bagni) dai pozzi. Questo per via degli spazi ristretti dei compound.
Non sono rare epidemie di malattie gravi quali colera nella stagione delle piogge. Il LCC con altre agenzie internazionali e non, portò avanti un progetto per fornire acqua potabile nelle are più sensibili e questo ridusse le epidemie e migliorò sensibilmente le condizioni di vita dei residenti degli slums. Una parte della popolazione di queste aree sensibili continua però ad utilizzare i malsani pozzi perché non riescono a pagare la tassa mensile sull’acqua, introdotta per rendere questo progetto sostenibile. Tuttavia i LCC non ha introdotto un sistema di raccolta rifiuti in questi insediamenti e questo ha causato un grosso problema di igiene. Non tutte le casa hanno sufficiente spazio per scavare una “composter” dove raccogliere ed eliminare i propri rifiuti., così si accumulano per le strade creando problemi alla salute, specialmente complicazioni respiratorie. Situazione che peggiora nella stagione delle piogge e anche nella stagione secca e ventosa. I residenti di questi Compounds quindi, risultano essere più vulnerabili del resto della popolazione urbana, afflitti da malattie quali; tubercolosi. La condizione di sovraffollamento velocizza il diffondersi di queste malattie. Basti pensare che in un’abitazione di 1 o 2 locali di piccole dimensioni, possono vivere a stretto contatto 5 o 6 persone, con una media generale che va dai 3 alle 5 persone per locale. La situazione è aggravata dalla scarsissima ventilazione di cui godono queste casa, perché le finestre sono piccole e sempre chiuse per via di possibili incursioni di ladri specialmente di notte. L’alto tasso di HIV/AIDS a Lusaka agevolano le epidemie di tubercolosi , risultando la più seria minaccia per la salute pubblica dovuta alla sovraffollamento, che necessita di soluzioni immediate.
DATI E PREVISIONI
Si stima che il 60-70% della popolazione urbana vive in questi insediamenti problematici, stime confermate anche da Mike Davis (Il pianeta degli Slum, pag. 39), sostenendo che le baraccopoli periferiche della città sostiene contengono i due terzi della popolazione di Lusaka, inducendo alcuni autori a scrivere che questi complessi sono detti “periurbani” ma in realtà è la città propriamente detta a essere periferica. Oggi, il 64% della popolazione dello Zambia vive sotto il livello di povertà. Secondo una previsione delle Nazioni Unite, la popolazione dello Zambia è destinata a crescere del 941% entro la fine del secolo, ovvero tra il 2011 e il 2100. Questo risulterebbe essere uno dei più alti tassi di crescita al mondo. Questa esplosione demografica è in parte dovuta all’alto indice di fertilità che per le donne zambiane raggiunge una media di 6.2 figli per donna. Una ricerca della Demographic and Helath Survey del 2007 sostiene che circa la metà della popolazione dello Zambia ha un’età inferiore ai 15 anni, risulta facile pensare quindi che la percentuale di ragazze tra i 15 e i 19 anni con figli sia molto alta. Tra i problemi principali che affliggono la popolazione troviamo l’altissimo tasso di infezioni da HIV/AIDS che secondo una ricerca delle UNAIDS colpisce il 16% circa della popolazione tra i 15 e i 49 anni, percentuale scesa dal 21% del 2001. Più del 20% dei bambini dello Zambia ha perso uno o entrambi i genitori per via dell’AIDS, mentre il 50% dei bambini dello Zambia sotto i 5 anni di età sono affetti da denutrizione. La malaria resta comunque la causa numero uno di mortalità, in città come nelle aree rurali.
Lusaka: la capitale dello Zambia
LUSAKA
INTRODUZIONE
Lusaka è la capitale dello Zambia, paese situato in un plateau dai 1000 ai 1400 metri di altitudine, Lusaka si trova 1280 metri sopra il livello del mare. Lusaka copre una superfice di 375 km2 abitata da circa 2,5 milioni di abitanti, con una densità di popolazione che va dai 5 ai 1.483 persone per ettaro, con una media di circa 150 per ettaro, ovvero 10.000 metri quadrati ( 10.000m2 = un quadrato di 100m per lato). La capitale ospita il 32% della popolazione urbana del paese. Lo Zambia ha una superfice totale di 752,614 km2 e una popolazione di circa 12.000.000. (Italia ha una superficie di 301.340 km2 per una popolazione di 61.000.000).
CONTESTO URBANO IN ZAMBIA E SVILUPPO DELLA CITTA’ DI LUSAKA
Lo sviluppo dei grandi centri dello Zambia è cominciato tra il 1899 e il 1900. Prima la popolazione era sparsa sul territorio costretta a vivere con la paura di finire tra le mani dei trafficanti di schiavi. Solo nei primi del 1930 possiamo parlare centri urbani organizzati, sorti nei pressi delle industrie legate alle miniere di rame, che hanno trasformato l’economia del paese, da un’economia stagnante basata sul lavoro di migranti che si spostavano a lavorare nelle fattorie e miniere in Sud Africa e in Zimbabwe, ad un’economia vibrante e viva, basata sull’industria mineraria zambiana del primo dopoguerra. L’industria mineraria è sempre stata la spina dorsale dell’economia del paese, ma subì un forte declino negli anni ’70 e la situazione peggiorò poi negli anni ’80 con la caduta del prezzo del rame.
La maggior parte delle città in Zambia sorsero in 2 zone:
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Lungo la rete ferroviaria che collegava il Katanga (Congo Brazaville) ai porti del Sud Africa per il trasporto del rame.
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Nel Copperbelt nei pressi delle miniere.
Lusaka si è sviluppata rapidamente nel primo periodo dopo l’indipendenza, questo perché è stato dichiarata centro amministrativo del nuovo Stato indipendente. Lusaka si formò nel 1905 lungo la rete ferroviaria che collegava il Katanga (Congo Brazaville) ai porti del Sud Africa per il trasporto del rame. Nel giro di pochi anni attrasse molti bianchi proprietari terrieri, per la maggior parte di origine Afrikaner. Inizialmente aveva dimensioni modeste, era sostanzialmente una stretta striscia di terra lunga 5 km e larga 1,5Km circa, lungo la ferrovia. La rapida espansione di Lusaka cominciò nel 1931, quando fu dichiarata capitale o centro amministrativo della Rodesia del Nord (Zambia). Fu scelta per via della sua posizione centrale sul principale asse nord-sud della ferrovia, e anche per essere intersezione delle strade principali che portano da nord a sud a est a ovest del paese. Altri motivi sono la sua vicinanza alla regione del Copperbelt, e un sottosuolo ricco di acqua capace di soddisfare le necessità della città nel corso di tutto l’anno. È una città pianificata, così come sono state pianificate le sue attività industriali, anche se nelle intenzioni iniziali non era prevista la costruzione di un grande centro. Mike Davis, nel suo libro “Il pianeta degli slum”, dice che Lusaka veniva definita città perfettamente ordinata, segmentata, per razza, classe e genere, in cui i residenti africani erano considerati cittadini più o meno temporanei alle dipendenze della classe dirigente e amministrativa. Infatti la sua superfice iniziale fu di 2,6km2, per poi ingrandirsi nel 1931 a 18km2 e nel 1970 raggiunse i 360km2. Il piano di sviluppo della città, completato nel 2000, ha proposto di includere anche le aree circostanti sino ad includere il Lusaka International Airport. Le molte aree inadeguate dentro i confini della città hanno costretto una revisione delle politiche di sviluppo degli slums, che inizialmente sorsero come insediamenti non autorizzati, anche se molte di queste aree sono state riconosciute da sviluppare dall’ Improvement Areas Act del 1974. Si stava verificando in quegli anni un problema legato alla scarsità di terre da destinare a cimiteri e discariche, questo per via di un aumento esponenziale della popolazione.
DEMOGRAFIC DYNAMICS OF LUSAKA
Nel primo censimento del 1.931 Lusaka contava 2433 abitanti. Nel 1946 aumentò sino a 18.909 con un aumento annuo di circa 15%, ma solo dopo l’ordinanza (African Housing Ordinance) del 1948, la popolazione africana crebbe in modo esponenziale. Questa legge prevedeva il diritto della popolazione afro di risiedere in città con le rispettive famiglie. Prima del 1948 i lavoratori maschi africani erano considerati residenti temporanei nelle zone urbane, di conseguenza non era permesso loro di vivere con moglie e figli. Nonostante queste restrizioni, Lusaka, è sempre stata una città tipicamente africana. Dopo l’indipendenza del 24 ottobre 1964, la popolazione crebbe ulteriormente, soprattutto negli insediamenti non autorizzati (slum). Dall’indipendenza al 1980 si passo da 262.424, ad una popolazione di circa 535.830. Dagli anni 80 cominciò un forte declino, dovuto ad una economia stagnante e una conseguente mancanza di lavoro. Questa crisi rallentò immigrazione proveniente dalle zone rurali, situazione questa, che duro per tutti gli anni 90. La popolazione di Lusaka è molto diversificata, infatti, convivono tutte le etnie presenti in Zambia, con una piccola parte di Europei e Asiatici. La lingua più parlata in città è il Nyanja, che funge da lingua franca, anche se, dagli anni 80, deve condividere questo primato con la lingua Bemba, dovuto alla massiccia immigrazione della popolazione del Copperbelt di etnia e lingua Bemba. Il primato di Lusaka come città più popolosa venne a meno negli anni 80, per recuperarlo nuovamente nel 1990. Lusaka però, non è una città particolarmente ampia e popolosa rispetto ad altre capitali Africane.
ECONOMIA DI LUSAKA
Lusaka gioca un ruolo importante nell’industria manifatturiera del paese, dai processi di lavorazione di alimenti come macinazione del mais, lavorazione della carne, alla produzione di mobili, prodotti detergenti e altri prodotti chimici ad uso domestico. Il settore dei servizi e quello amministrativo, restano però le fonti di occupazione maggiore. La maggior parte dei settori come lavorazioni di alimenti, e bevande, settore tessile, concerie per lavorazioni pelli, settori di trasporti e comunicazione, ristorazione, hotel e ristoranti sono comunque sottosviluppati. Si noti che negli anni 90 il settore dell’edilizia e quello delle costruzioni hanno dato segnali positivi. Il 65% della forza lavoro di Lusaka si guadagna da vivere grazie ad attività economiche informali, ovvero, attività non registrate e irregolari non legate all’agricoltura bensì alla lavorazione e vendita di prodotti in metallo o legno.
GOVERNANCE IN LUSAKA
I consiglieri comunali del Lusaka City Council sono eletti ogni 3 anni e sono impiegati part time, con l’ausilio di impiegati full time che si occupano della gestione ordinaria del comune e del funzionamento dei servizi alla cittadinanza. I consiglieri hanno il potere di approvare i progetti di sviluppo concernenti la città. Il Lusaka City Council gestisce le autorità della città stessa, piani regolatori ed eroga permessi per progetti di qualsiasi natura. Non gode però di autonomia economica, infatti, non hanno potere di riscuotere tasse e dipendono economicamente dal governo centrale. Non è consentito nemmeno di ricevere prestiti o concessioni da parte di organizzazioni. La fonte di entrate dipende unicamente dalla riscossione di tasse per licenze di attività, spese, tassi, prelievi personali, e soprattutto dalle tasse dovute alle attività commerciali e supplementi di tasse per la produzione della birra. Questa mancanza di autonomia finanziaria porta ad un indebitamento del LCC rendendolo incapace di erogare i servizi che dovrebbero garantire alla cittadinanza. Questo ha minato fortemente la fiducia e credibilità da parte dei cittadini che partecipano sempre più raramente alla vita della città, in termini di risorse umane ed economiche. Sostanzialmente si rifiutano di pagare le tasse perché non ne vedono i benefici.
Stato: | Zambia |
Provincia: | Lusaka |
Distretto: | Lusaka |
Coordinate: | 15°25′S 28°17′E |
Altitudine: | 1280 m s.l.m. |
Superficie: | 70 km² |
Abitanti : | 1.267.458 (01-01-2005) |
Sindaco: | Steven Chilatu |
Le aree di Lusaka
Centro e periferia :
Handsworth Park Sunningdale,
Kabulonga,
Woodlands,
Jesmondine,
Acacia, Northmead,
Olympia Park,
Roma,
Kalundu,
Chelston,
Avondale,
Rhodes Park,
Prospect Hill,
Longacres,
Fairview,
Chainama Hills,
State Lodge, Makeni,
Emmasdale,
Leopards Hill,
New Kasama,
Chalala, Ibex Hill,
Mass Media, Libala,
Marshlands, MandaHill,
Chainda,
Chudleigh,
KamwalaSouth,
Kamwala, Mwembeshi,
Barlastone,
Foxdale, Madras,
NIPA, Mapepe,
Lilayi,
PHI,
Nyumba Yanga,
Olympia Extension,
Chilenje,
Thorn Park,
Twinpalm,
Villa Elizabetha
.
Other residential areas are:
Kabwata,
Misisi,
Madras,
Ziwa Zakho,
Shang’ombo,
Kwa Shadreck,
Matero,
Mtendendere,
Chaisa,
Chawama,
John Laing,
Kalingalinga,
Kwa George,
Chipata Compound,
Ng’ombe,
Lilanda,
Mandevu,
Garden Compound,
MUTINTA
Mutinta Mwanza è una giovane cantante zambiana nata nel 1988. Studia Business & Management all’Università dello Zambia a Lusaka. La sua bravura ha colpito moltissimi, sia a livello nazionale, sia a quello internazionale. Mutinta è un artista eclettico, capace di mescolare in maniera armonica soul, Afro-pop, Jazz e Reggae. Mutinta è semplice, la classica ragazza della porta accanto, capace di unire naturalezza, ottime abilità vocali e musicali che la rendono unica nel panorama artistico zambiano. Supportata da una band di musicisti di alto livello, che la seguono nelle sue performance, Mutinta sa regalare vere emozioni al pubblico che ha la fortuna di sentirla dal vivo. La sua voce equilibrata permette di eseguire dei pezzi a cappella o accompagnata da sola chitarra in modo sublime. Un artista molto interessante che farà parlare di se anche a livello internazionale. Mutita merita davvero.
ORGANIZED FAMILY
Gli Organizsed Family, sono un duo formato dai fratelli Kent e Rex Singoyi, in arte Orga Kent, che è il cantante principale e Orga Rex. La loro musica è molto commerciale, è la classica musica che si sente ovunque, per radio, nei mercati, nei compounds e per le strade. Cantano principalmente in Chinyanja, e l’orecchiabilità dei loro motivi si prestano a diventare dei veri e propri tormentoni. Abilissimi nelle performance dal vivo, riescono a tenere la scena come due veri “animali da palcoscenico”. Sono capaci di coinvolgere, far cantare e ballare il pubblico per ore, dando allo spettacolo una vulcanica energia che obbliga a ballare anche il pubblico più formale. Con il loro singolo Koka Kola, del 2008 gli Organized Family hanno vinto il premio come artisti Zambiani dell’anno. Una grande espressione della vitalità del popolo dello Zambia.